Paolo e Cristina Baudano in posa con calici e bottiglie di vino rosso
Paolo e Cristina Baudano si guardano negli occhi sorridendo

Fare il vino

Siamo Cristina e Paolo. Ci occupiamo della terra per fare il vino.

Mettere l’etichetta è l’ultima di una serie precisa di azioni: osservare, sentire, monitorare, progettare, spremere, fermentare, sorvegliare, assaggiare … ricominciare. Azioni collegate in un ciclo, che si ripete sempre e non è mai uguale.

Stillarsi 3. a. tr. Nell’uso com., frequente l’espressione fig. stillarsi il cervello, ingegnarsi, sforzarsi per riuscire a risolvere problemi o situazioni difficili (cfr. l’analoga espressione lambiccarsi il cervello): perché mi dovrei s. il cervello in cose tanto difficili? (Ed. Calandra); assol., non com., stillarsi di ottenere, di fare qualcosa; più raram. con l’oggetto della cosa, studiare, cercare sottilmente, arzigogolare: è un’ora che stanno in riunione, chissà che cosa avranno stillato!; Stillano il modo di venire a capo (Giusti).

Appunti e annotazioni sul calendario agricolo della cantina

Osservare è conoscere

Osservare è il modo migliore di capire.

Osserviamo le nuvole all’orizzonte per sapere se e quando verrà la grandine, guardiamo il colore e la consistenza della terra per sapere quanta umidità ha trattenuto, se dobbiamo farci aiutare dall’erba alta a trattenerla o liberarla dalla vegetazione per farla evaporare. Osserviamo il colore delle bucce dell’uva per capire che sapore e che colore dovrà avere il nostro vino.

Osservare ogni giorno, da anni, gli stessi fazzoletti di terra significa imparare sempre meglio cosa e come guardare. Ci ha consegnato un sapere che va ben più in profondità delle misurazioni e abbraccia una complessità più grande dei dogmi dell’enologia.

Schizzo della tecnica di potatura Guyot

Lavorare è curare

Che questo crinale di collina sia un posto unico lo sappiamo da bambini. Da ben prima che tutto il mondo ne riconoscesse il valore e l’eccezionalità.

Ce ne prendiamo cura nel modo in cui sappiamo farlo meglio: con il nostro lavoro. La fatica di un’operazione fatta a mano, l’ingegno di una soluzione nuova per domare i tralci più ribelli, l’abilità nell’utilizzare un mezzo a motore che non distrugge lo strato superficiale del terreno. Spesso la semplice pazienza dell’attesa: sono questi gli strumenti più efficaci che mettiamo in atto per rispettare l’integrità dell’ambiente che è allo stesso tempo la nostra casa e il nostro mestiere.

Schema logico delle decisioni da prendere in ambito enologico

Scegliere è creare

Coltivare la vite per fare il vino è una questione di scelte. A partire da quella di stare qui e lavorare la terra. Una progressiva catena di piccole decisioni, che ogni giorno condividiamo.

Togliere qualche foglia, in quel punto, sistemare un tralcio, potare solo quando la vite riposa, lasciare la punta del grappolo. Per quante ore, o minuti, macera la buccia nel mosto.

Alcune di queste decisioni sono dettate dalla praticità, dal rispetto, dal buon senso. Altre vengono dal nostro gusto, dalla nostra idea del vino, dalla volontà di creare qualcosa che, prima di ogni altri, piace a noi.

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In profondità

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